mercoledì 29 febbraio 2012

TAV



Siamo nelle mani della minoranza di una minoranza. Ma rumorosa. Sanno di esserlo, ma vogliono decidere loro. Fascisti, si sarebbe detto un tempo, se tutto non si svolgesse sotto il grande ombrello della Sinistra.
I raccoglitori di margherite, gli incantati sognatori che tengono inchiodato una paese, nel Terzo Millennio, su scelte ideologiche, o chissà cosa. Un po' mormoni, un po' figli dei fiori, un po' sprangatori a fin di bene.
I gelosi custodi della valle usano le altre infrastrutture che si trovano nello strano e scalcinato paese chiamato Italia? Qualsiasi opera realizzata dall'epoca romana ad oggi ha creato modificazioni e cambiamenti, a volte anche sconvolgimenti. Trafori, canali, strade ed autostrade, ponti, perfino le ferrovie.
Ero ancora un ragazzo quando la Sinistra (quella apocalittico-catastrofista-figliofiorista) sbraitava che si doveva sostituire il trasporto su gomma con quello su rotaia. Ora non va più bene nemmeno la rotaia. Il carretto a trazione animale? O forse preferiscono quello a trazione umana ...
Fatta salva la valutazione costi/benefici, sulla quale non mi esprimo, mi sembra si debba riflettere sul metodo. E se la parola democrazia ha ancora un senso e un valore (?) vorremmo poter decidere, malgrado voi.

mercoledì 15 febbraio 2012

Art. 1

La seguente è una proposta di riscrittura dell'Art. 1 della Costituzione italiana alla luce dell'idea liberale. "L'Italia è..." è un pessimo inizio per un liberale: prima non viene l'Italia, prima vengono coloro che decidono di costituire il "contratto". Bando alle ciance, ecco la proposta:

Art. 1      I cittadini costituiscono una repubblica chiamata Italia che garantisce loro la vita, la libertà, la proprietà, l'eguaglianza nella dignità.



lunedì 6 febbraio 2012

Suggerimenti per una riforma liberale della SCUOLA (I parte)





Un Preside, una squadra.

  1. Il D.S. sceglie i docenti in base alle loro caratteristiche e alla loro disponibilità a perseguire un “progetto” di scuola.
  2. Il D.S. alletta i docenti con una quota della retribuzione che egli ha facoltà di attribuire. (Naturalmente il grosso della retribuzione è fissa e non aumenta con l'aumentare dell'anzianità di servizio). Si avvia quindi un meccanismo virtuoso ed incentivante o, se si vuole, meritocratico o funzionale, nel senso che il docente X può essere funzionale in un contesto e non in un altro, proprio per le sue attitudini, per la sua formazione, per le sue aspirazioni. Se invece, ad esempio per lavorare vicino a casa, il docente accetta un profilo più basso, riceverà anche uno stipendio più basso.
  3. I docenti versatili, motivati, dinamici, saranno richiesti da più scuole e avranno la possibilità di scegliere in base al “progetto”, alla retribuzione, ai fattori logistici. Potranno perfino valutare la squadra : “Lavorerò bene con Y? Preferisco W.”
  4. I docenti meno motivati potrebbero trovare difficoltà di collocazione con tre possibilità: a) accettare un incarico a retribuzione base; b) rimboccarsi le maniche e cercare di tornare ad essere una “prima scelta”; c) cominciare a pensare che esistono anche altre professioni e mestieri.

Conosco molte delle eccezioni che si possono fare a tale proposta, ma sono convinto che spesso siano frutto di una estenuata difesa di diritti indifendibili. La mia proposta presenta, invece, i seguenti vantaggi:
  • Dare una scossa al personale docente che tende a mantenere uno stesso “profilo” durante tutta la carriera.
  • Introdurre elementi di dinamicità ora assenti nell'ambiente scuola.
  • Togliere dall'ambiguità la figura del D.S. e i docenti, i quali si trovano a lavorare con una squadra eterogenea messa insieme con criteri estranei ad un buon funzionamento.
  • Fare del docente un “operatore culturale”.
  • Fare del docente un “professionista” che può scegliere “dove, con chi e a cosa” lavorare.
  • Affermare il criterio “a lavoro uguale, retribuzione uguale”, mentre oggi la mia collega prossima alla pensione guadagna 400 € più di me.
  • Portare alle estreme conseguenze il principio di cui al punto F) ovvero “a lavoro diseguale, retribuzione diseguale”.

domenica 5 febbraio 2012

L'orto di Beppe Grillo



Beppe grillo è molto 2.0. Alcune volte è anche Liberal. Gli capita, però, di essere un po' distratto, ad esempio quando, brontolando simpaticamente, sostiene che farsi un orto è un'ottima soluzione per conquistare una fetta di autosufficienza. Come se molti già non lo facessero. Da nord a sud l'Italia è già piena di orti ad uso familiare. Centinaia di migliaia di pensionati, o comunque di ometti di mezza età, piantano, seminano, estirpano e, finalmente, raccolgono dal loro orticello. Esistono, addirittura, molti Comuni che avendone la disponibilità, assegnano, a chi ne faccia richiesta, aree destinate appositamente a tale uso.
Un consiglio per Beppe: meno computer, meno piazze, più agricoltura.

sabato 4 febbraio 2012

Liberal 2.0

2.0 indica la seconda generazione di ciò che ha a che fare con le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (TIC in italiano, ITC in inglese). Il pensiero liberale e l'azione liberale non hanno difficoltà ad immergersi nel mondo nuovo, nel Terzo Millennio, nel 2.0. Il pensiero liberale è quello più adatto a rispondere alle esigenze dell'uomo, in ogni epoca, perché è quello che più si avvicina all'essenza dell'uomo senza infingimenti, prendendo atto che in ognuno c'è molto di buono che va incoraggiato e un po' di male che va regolato.