martedì 27 marzo 2012

Facebook: gioco di specchi




Anche chi tiene un blog è un individuo triste, emotivamente scosso. “Tiene”. Come si diceva del diario che del blog è un po' il nonno, senza che vi sia una generazione in mezzo.

Chi si è fatto un profilo su facebook, se sopra i trent'anni, è oltre la disperazione. E' egli stesso una monade alla deriva, un messaggio in bottiglia dentro un oceano... in un pianeta disabitato.
Non che non esista una forma fittizia di comunicazione: solo apparenza. Nessuno legge realmente, sono lì solo per fare presenza, scrivendo. E' una specie di scrittura allo specchio, con uno specchio anche alle spalle: onanistica.
Il film Matrix e i vari romanzi distopici descrivono questa situazione.
Almeno in questo sono tutti d'accordo: poveri, ricchi, miseri, abbienti, magri e grassi, apocalittici e integrati, nipotini di Marx e del Duce, nani e ballerine...
Tutti lì, su Facebook, a guardarsi il "posteriore" allo specchio.

Confesso: a volte anch'io.



sabato 24 marzo 2012

Decrescita felice

 
Può darsi che tutto dipenda dallo yogurt, o dal fatto che il sig. Gatteschi scrive i suoi articoli alle 2 di notte e che comunque tutto ha a che fare con l'intestino, ma la decrescita felice mi sembra una str[...]ata.

Come si legge nel
Manifesto del Movimento per la Decrescita Felice
Scritto da Sergio Gatteschi
Venerdì 12 Novembre 2004 02:00

Per aderire al movimento è sufficiente - autoprodurre lo yogurt o qualsiasi altro bene primario: la passata di pomodoro, la marmellata, il pane...


Certo, si dirà: si deve pur cominciare da qualcosa...
In verità molti si fanno da soli conserve, marmellate, coltivano un piccolo orto. I “fenomeni” come questo Gatteschi, Beppe Grillo, i signorini di Caterpillar ed altri non lo sanno, forse perché preferiscono lasciare a noi la “gioia” di coltivare e loro si accollano l'onere di pensare.


Ma parliamo di cose serie. Nel manifestare rispetto per il vate della decrescita, il prof. Latouche, che la decrescita fosse nell'aria in molti lo sapevamo ma "loro" ci aggiungono, nel loro stile, la leggerezza dell'aggettivo “felice”.
Ora si trovano nella difficile situazione di spiegare l'infelice formula a chi perde il lavoro, a chi non riesce ad averlo, a chi non ce la fa ad arrivare alla terza settimana. 
I "signorini" di Caterpillar e i loro compari cadranno sempre in piedi, saranno eternamente felici. Vogliono convincere noi a spengere la luce, ad andare a piedi, ad essere felici nel poco. Loro sono sempre in qua e in là, nati e vissuti in vacanza, casa in centro, al mare, al lago...

Sintesi: la decrescita è nei fatti, ma sarà tutt'altro che felice, per quasi tutti.

domenica 18 marzo 2012

Appello ai ribelli maoisti dell' Orissa: TENETEVELI!




Un'altra notizia angosciante: il Governo italiano sta trattando la liberazione dei due italiani prigionieri dei Ribelli maoisti dell'Orissa (India). La notizia ci sgomenta e quindi esortiamo i rapitori: TENETEVELI!!!
I due italiani, tali Colangelo e Bosusco, sono voluti andare chissà per quale nobile finalità: la pace fra i popoli, il riscatto dell'umanità, una semplice vacanza esotica... boh!
Fatto sta che sono andati, ma siamo sicuri che vogliano tornare? Proprio loro, i benefattori, le anime candide, quelli con quel particolare sorriso che solo i buoni hanno. Magari sono contenti così, ora che posso veramente conoscere le culture "altre", come loro le chiamano.
Se poi il Governo italiano dovesse anche sborsare per questi due pirla, io personalmente offro altrettanto perché i maoisti se li tengano.
Dimenticavo, ci metto anche vitto e alloggio.

sabato 17 marzo 2012

Italiani brava gente.

 

Ci sono evenienze, nella vita, per cui devi entrare in un ufficio pubblico.

L'ufficio è aperto al pubblico
Lunedì ore 10-11
Venerdì ore 8,30-9,30

Quasi mai riesci a trovare l'impiegato che stai cercando. “E' in ferie, in malattia, ha preso due ore di permesso, è dal direttore...”. Capita di averlo incontrato, al bar all'angolo, quando hai preso il caffè prima di salire, ma non sapevi chi fosse. Insomma non c'è e devi tornare un'altra volta.
Poi, parlando con un tuo collega, vieni a sapere che anche lui ha fatto la stessa domanda presso quell'ente. E' speranzoso, ti dice, e mima l'atto di estrarre la pratica da sotto la pila e metterla sopra le altre: “l'impiegato è un amico...”.
Tutti gli italiani hanno un “amico”. Può essere un vicino di casa, uno dello stesso partito, un compagno di scuola, un parente alla lontana, un compagno della squadra di calcetto e tanto altro.
Fatto sta che le amicizie vanno “coltivate” e i piaceri si scambiano e si contraccambiano: una maggiore comprensione verso al figlio a scuola, la velocizzazione di una pratica, una multa non elevata, un controllo non eseguito, la precedenza in una visita medica... Un occhio di riguardo: sempre.
La pratica "senza amici" rimane sotto e sotto e sotto, sempre sorvolata dalle altre.
I diritti diventano favori e i favori diventano negazione dei diritti degli altri, di quelli che non hanno “amici”.

Io non ho "amici".

domenica 11 marzo 2012

I TOTEM della Sinistra italiana - Pars prima

ovvero
Idee e modi di fare ormai fissi, presi per buoni da allora e per sempre,
trasmessi con una sorta di passaparola
partendo o passando dall'autorità di sciamani (che pure a sinistra non mancano)
condivisi dal grande popolo:




la vacanza                                “intelligente”
la zuppa di farro                       ognuno la mangia convinto che faccia bene alla propria malattia immaginaria
i prodotti del “territorio”            ma perché il fagiolo italiano deve essere più buono e più sano di un altro?
il “territorio”                              trasposizione contemporanea di “moglie e buoi dei paesi tuoi”
le lenticchie di Castelluccio        made in P.R.C.
il biologico                                fidarsi è bene...
il macrobiotico                          … non fidarsi è meglio
la Costituzione                           non tutta
la Magistratura                          non tutta
i mercatini                                 di prodotti locali o biologici
gli attori di strada                      con trampoli o meno
le donne
gli studenti
gli operai
gli handicappati
i precari
i disoccupati
i cassaintegrati
i salariati
“il partito”
“il sindacato”
la democrazia                            intendono “democraticismo”
il parlamento                              intendono “parlamentarismo”
le assemblee                              intendono “assemblearismo”
lo scrittore di Sinistra                 amico di Fazio
il libro di Sinistra                        scritto dall'amico di Fazio
il film di Sinistra                         diretto dall'amico di Fazio
il presentatore di Sinistra            Fazio

giovedì 8 marzo 2012

Al servizio dei cittadini - Un esempio





  1. Ammettiamo di abitare in una bella zona dell'Appennino, dove sette comuni costituiscono una Unione Montana.
  2. Ammettiamo che una scuola abbia fatto richiesta, tempo addietro, all'allora Comunità Montana, di istallare una certa apparecchiatura e sia stata accontentata.
  3. Ammettiamo che, ultimamente, l' Unione Montana e il Comune dove insiste la scuola abbiano litigato. Non interessa il motivo né attribuire la colpa.
  4. Ammettiamo, infine, che la scuola suddetta abbia bisogno del tecnico per riparare l'apparecchiatura di cui sopra.

Esito finale: L'Unione Montana non manda il tecnico a causa del punto 3.

martedì 6 marzo 2012

Eutanasia di un amore

Senza fine
La nostra e la vostra sfida



"La fine del Manifesto sarebbe la vittoria senza prigionieri di un sistema che considera la libertà di stampa non un diritto costituzionale ma una concessione per un popolo di sudditi.
La fisionomia della nostra testata, il suo carattere di editore puro, il nostro essere una cooperativa di giornalisti e poligrafici, hanno sempre costituito una felice anomalia, un’eresia, la testimonianza in carne e ossa che il mercato non è il monarca assoluto e le sue leggi non sono le nostre.

è altrettanto evidente che le nostre difficoltà sono lo specchio della profonda crisi della politica, l’effetto di quella controrivoluzione che ha coltivato i semi dell’antipolitica, del «sono tutti uguali» fino a una sorta di pulizia etnica delle idee e dell’informazione.”




Mi dispiace. Sinceramente mi dispiace. Ma se un giornale non viene acquistato in un numero di copie tale da sopravvivere, può pretendere di essere mantenuto in vita dallo Stato? La risposta potrebbe essere “sì”, giacché lo ha fatto fino ad ora. Ma anche questo, era giusto?
La libertà di stampa funziona così: chi vuole, stampa; chi vuole, compra. Se nessuno compra, chi stampa cambia mestiere. 
Si può continuare  a stampare un quotidiano che nessuno vuole leggere, solo perché c'è qualcuno che lo vuole scrivere?

domenica 4 marzo 2012

Panem et... Lo "Stato ludico"





Fra i vari compiti dell'ente locale “Comune” è previsto anche quello di promuovere attività culturali, artistiche e sportive. Si può dire, però, che questo più che un obbligo sia una facoltà.
A numerosi comuni italiani questa facoltà è molto piaciuta tanto che da molti anni, comuni grandi e piccoli, si sono dedicati ad organizzare concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, rassegne. Fin qui, quasi, tutto bene.
Un primo problema riguarda quella che abbiamo definito come “facoltà”. Lavorare su progetti che abbiano uno specifico sul territorio interessato è una cosa. Molto diverso è se il comune pensa di doversi occupare dello svago dei concittadini. Qui un liberale si irrigidisce e comincia a percepire qualcosa che non va. Orribile è lo “stato etico”, non migliore lo “stato ludico” quello che ti dice come ti devi divertire, cosa diverte e cosa no.
Il secondo problema è stato, ed è, il criterio per l'ingaggio della compagnia teatrale o del gruppo musicale. L'ente, tramite i suoi funzionari, pagando con i soldi dei contribuenti, ha operato, in molti casi, secondo una modalità poco trasparente o, diciamola tutta, secondo il criterio dell'appartenenza ideologica.
Vi immaginate se l'assessore allo sport suggerisse o imponesse dei giocatori al presidente della locale società di calcio selezionandoli in base all'affinità politica?
Ciò, oltre ad essere il ribaltamento di un criterio meritocratico e democratico, ha creato una perversione del mercato. Sono sopravvissuti non i più bravi, ma i giullari del signore. Sono nati, o sono sopravvissuti, gruppi teatrali, musicali ecc. intrinsecamente di “area”.
Adesso ci troviamo nella situazione per cui ci sono dei professionisti, che sono stati allevati in un certo ambiente e che da esso dipendono, i quali non possono e non sanno fare altro che questo. In un mercato non drogato soccomberebbero. E la massa di denaro che altera il mercato è carinamente offerta dal contribuente.
Se i comuni vogliono conquistare fette di elettorato possono serenamente dedicarsi alle attività essenziali loro attribuite: strade, scuole, igiene pubblica, trasporti, parchi e giardini... non vi basta?