martedì 6 marzo 2012

Eutanasia di un amore

Senza fine
La nostra e la vostra sfida



"La fine del Manifesto sarebbe la vittoria senza prigionieri di un sistema che considera la libertà di stampa non un diritto costituzionale ma una concessione per un popolo di sudditi.
La fisionomia della nostra testata, il suo carattere di editore puro, il nostro essere una cooperativa di giornalisti e poligrafici, hanno sempre costituito una felice anomalia, un’eresia, la testimonianza in carne e ossa che il mercato non è il monarca assoluto e le sue leggi non sono le nostre.

è altrettanto evidente che le nostre difficoltà sono lo specchio della profonda crisi della politica, l’effetto di quella controrivoluzione che ha coltivato i semi dell’antipolitica, del «sono tutti uguali» fino a una sorta di pulizia etnica delle idee e dell’informazione.”




Mi dispiace. Sinceramente mi dispiace. Ma se un giornale non viene acquistato in un numero di copie tale da sopravvivere, può pretendere di essere mantenuto in vita dallo Stato? La risposta potrebbe essere “sì”, giacché lo ha fatto fino ad ora. Ma anche questo, era giusto?
La libertà di stampa funziona così: chi vuole, stampa; chi vuole, compra. Se nessuno compra, chi stampa cambia mestiere. 
Si può continuare  a stampare un quotidiano che nessuno vuole leggere, solo perché c'è qualcuno che lo vuole scrivere?

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