martedì 27 marzo 2012

Facebook: gioco di specchi




Anche chi tiene un blog è un individuo triste, emotivamente scosso. “Tiene”. Come si diceva del diario che del blog è un po' il nonno, senza che vi sia una generazione in mezzo.

Chi si è fatto un profilo su facebook, se sopra i trent'anni, è oltre la disperazione. E' egli stesso una monade alla deriva, un messaggio in bottiglia dentro un oceano... in un pianeta disabitato.
Non che non esista una forma fittizia di comunicazione: solo apparenza. Nessuno legge realmente, sono lì solo per fare presenza, scrivendo. E' una specie di scrittura allo specchio, con uno specchio anche alle spalle: onanistica.
Il film Matrix e i vari romanzi distopici descrivono questa situazione.
Almeno in questo sono tutti d'accordo: poveri, ricchi, miseri, abbienti, magri e grassi, apocalittici e integrati, nipotini di Marx e del Duce, nani e ballerine...
Tutti lì, su Facebook, a guardarsi il "posteriore" allo specchio.

Confesso: a volte anch'io.



Nessun commento:

Posta un commento