martedì 13 novembre 2012

Fermare il declino





A parte il logo, che ricorda in maniera impressionante quello di una ditta di integratori per sportivi; a parte  il nome, quantomeno poco felice (sul quale, magari, tornerò in un altro post); l'iniziativa è, tuttavia, meritoria. Per un liberal frustrato, come me, in un paese dove c'è di tutto (statalisti, veterosindacalisti, cattocomunisti, ex e post fascisti, gente appesa ai capezzoli dello stato in mille modi e in mille fogge) una "casa" dei liberal è una manna dal cielo. 
Ho firmato, ho aderito e sottoscrivo il "manifesto" di Fermare il declino. Domenica, con i miei figli ho anche fatto quasi 200 Km per partecipare all'incontro con Giulio Zanella a Montevarchi.
Per ora non parlano di liste  e cose del genere ed hanno ragione: l'azione è soprattutto pedagogica e l'obiettivo è uno : diffondere il liberalpensiero in un paese dove non c'è MAI stata una formazione politica autenticamente, semplicemente, nudamente liberal.

lunedì 4 giugno 2012

La casina dell'acqua



Sulla istallazione delle casette dell'acqua se ne dicono di tutti i colori:
  • è positivo perché l'acqua deve essere pubblica;
  • è ingiusto perché i Comuni guadagnano su un servizio che dovrebbe essere gratis;
  • è ingiusto perché i Comuni ci rimettono;
  • è ingiusto perché in fondo ci guadagnano quelli (chi vende gli impianti) che vorrebbero l'acqua privatizzata;
Mediamente la gente è molto soddisfatta perché ha l'impressione di spendere meno: nella mia zona 5 cent.mi al litro. Fra i sostenitori della casina, alcuni sono addirittura entusiasti perché sono convinti di non inquinare.
Tutti, però, dato che l'acqua pesa (anche la più “leggera”), vanno alla casina con l'auto.

Risultato 1: maggior costo
Risultato 2: maggior inquinamento.

Conclusione: siamo in un mondo di innamorati. Ci si innamora delle idee più bislacche e soprattutto si evita rigorosamente di ragionare.

N.B. Ho scelto proprio questa foto perché è collegata al post intitolato "Tagliatori di nastri" del 18/04/2012. Vedi come sono buoni e bravi, ci danno anche da bere, sembra sempre che si frughino in tasca!

domenica 6 maggio 2012

Io sto con Equitalia




I signorini che fino ad ora erano abituati a trovare sistemi per non pagare, ora devono pagare. E dovrebbero anche ringraziare quei pochi che, avendo pagato da sempre e comunque, non li vanno a cercare casa per casa.
Mentre loro, con il macchinone intestato alla nonna paralizzata, se la spassavano alle terme, ai Tropici, nei resort, io (se andava bene) facevo una settimana a Marotta.
Adesso fanno la scena, piangono, sequestrano persone negli uffici di Equitalia. Motivo: disabitudine a pagare le tasse.

Pagare, prego!



P.S. Non se la prendano quelli che abitano o vanno in vacanza a Marotta.

sabato 28 aprile 2012

Un picciòlo al giorno...




Per anni si è dibattuto intorno alla mela, se fa bene la polpa o la buccia o più l'una dell'altra. Di conseguenza, vedevi molti pelare il frutto e mangiare la polpa e pochi fare il contrario. Quelli che la mangiano a morsi possono considerarsi indecisi, faciloni, poco selettivi o semplicemente affamati.
Dalle più recenti indagini naturistico-salutistiche emerge invece, ora, la verità: ciò che fa veramente bene nella mela è il picciòlo. Un gruppo di ricercatori danesi ha rintracciato nel picciòlo microelementi che favoriscono lo smaltimento degli acidi urici, facilitano l'eliminazione dei liquidi in eccesso (diuresi), intensificano il tono muscolare sia delle fibre bianche che di quelle rosse.
Gli stessi ricercatori raccomandano, tuttavia, di non assumere il picciòlo intero, perché potrebbe incastrarsi nell'esofago. Esso, il picciòlo, va posizionato sotto la lingua e funziona come una capsula “a rilascio lento”. Anzi, lentissimo, visto che dovrà restare al suo posto per almeno due ore. Poi lo si può sputare.
Con il resto della mela potete contenervi come siete abituati a fare, senza trascurare la “mela cotta” che facilita la funzione intestinale.

mercoledì 18 aprile 2012

Tagliatori di nastri


Quanto i politici italiani siano presenzialisti lo si capisce da tanti segnali.
Vai ad un concerto di musica classica, ad una giornata di studio, alla presentazione di un'iniziativa o quello che vuoi . Vacci un po' prima dell'inizio e fatti un giro in sala. Vedrai le prime file riservate alle autorità: il Sindaco con assessori, il Vescovo con il suo codazzo, il presidente della Cooperativa, il direttore della Banca di Credito, il Comandante della stazione dei Carabinieri, il Comandante della Guardia di Finanza e tutta una processione di ammanicati-infiltrati-amici-parenti delle autorità. E ti occupano, almeno, le prime tre file e tu che eri veramente interessato, alcune volte pagante biglietto, te ne stai sconsolato in fondo.
E' una metafora voluta, reclamata, imposta: tu cittadino non conti un cazzo e, al massimo, ti mettono nella condizione di dire GRAZIE.
Viene inaugurata una scuola? Un ospedale? Una residenza per anziani? Un giardino pubblico? Sempre loro, sempre lì. A tagliare nastri, a fare discorsi, a celebrare se stessi.
Nel mondo che sogno dovrebbe essere il contrario: cittadini protagonisti, politici e politicanti in fondo, ad occuparsi che tutto fili liscio e che l'iniziativa sia di nostro gradimento.
L'autorità dovrebbe consistere nel servizio: chi ha più autorità più deve servire. Loro sono al nostro servizio, non il contrario.
Invece si pavoneggiano, si mettono in posa per la foto. Insistono nel prendere la parola, sembrano farci credere che se li sono cavati di tasca i soldi per il concerto.
E' la solita arroganza del potere. Da noi più sciatto e cialtrone che altrove, più ignorante, protervo, stupido.

sabato 14 aprile 2012

Della Tirannide




Mi sono sempre chiesto come, nella nostra società postmoderna, si sarebbe configurata la tirannide. Molti sostengono che la tirannide si nasconde nelle multinazionali, nelle banche , nei tecnocrati di Bruxelles, nell'ex Presidente del Consiglio; altri indicano i Partiti, i Sindacati, la Confindustria e tanto altro ancora, a seconda delle convenienze, degli stereotipi, delle ideologie.
Beati i tempi in cui c'era un tiranno, un cattivo cattivissimo che negava le libertà individuali, che opprimeva e torturava: era almeno onesto e si mostrava come tale. Se avevi coraggio potevi combatterlo, da solo o associato con altri. Andavi incontro alla sua ira: era una lotta fra uomini veri, a volte titanici.
Poi tale figura storica è svanita, si è frantumata, polverizzata. Però l'analisi arrancante, inesatta, raffazzonata di cui ho dato conto contiene una verità: la moltiplicazione del tiranno, non uno ma molti e, per giunta, difficili da trovare e da riconoscere come tali.
La ricerca è andata oltre e la polverizzazione anche, purtroppo. Prima c'era lui, il tiranno, ed “io”, l'eroe, pronto a dare la vita per liberare il popolo.
Oggi con chi te la prendi? I tiranni sono dappertutto: il vicino che si ostina a tenere in giardino i cani che abbaiano mentre tu dormi; l'impiegato fannullone; il piastrellista che lavora ad ore e che qualche ora sta in panciolle; quello che parcheggia in terza fila; l'insegnante ignorante come una capra; l'amico degli amici; quello che salta la fila... 
Non esagero: chiunque non rispetta i miei diritti è il mio TIRANNO.
Mi sento sporco, appiccicoso di tirannide, me la sento addosso e non riesco a liberarmene.

P.S. Non ho niente contro le capre.

sabato 7 aprile 2012

Pensarsi libero


Vi sono, almeno, due modi di interpretare il rapporto fra il cittadino e la legge. Il modo che ci piace, quello “liberal”, può essere sintetizzato così:

Si può fare tutto, tranne ciò che è espressamente proibito.

E' facile notare che si parte da ciò che si può fare, tutto, a meno che non sia vietato dalla legge.

Il secondo modo, quello che non ci piace, quello “oppressivo”, parte invece dalla lista dei divieti e alla fine rimangono solo spiragli di libertà:

Non si può fare niente se non ciò che è espressamente consentito.

Se all'atto pratico non ci sono differenze, la prospettiva è molto diversa, perché una cosa è avere libertà regolate, un'altra avere divieti che lasciano margini di libertà.

Ebbene, in molte scuole, soprattutto primarie e secondarie di primo grado (elementari e medie), capita di vedere, girando per aule e corridoi, cartelli con la lista dei divieti. I divieti sono elencati dettagliatamente, minuziosamente, burocraticamente. Non correre, non masticare la gomma, non mangiare fuori dagli orari, ecc.
Tuttavia, a parte la dubbia efficacia educativa di divieti assurdi, a parte che una scuola che tende prevalentemente a vietare dà l'idea di essere oppressiva, notiamo che la rincorsa dei divieti a limitare le libertà è, fortunatamente, persa in partenza. Infatti un alunno potrebbe riempire di minestrone il cappello del preside in quanto non espressamente vietato... 

A volte siamo noi stessi a porci in una posizione subalterna alle leggi e forse è un atteggiamento indotto da una prassi. Ci pensiamo circondati da divieti. Sarebbe un'operazione di igiene mentale pensare, come prima cosa, di essere liberi.


martedì 27 marzo 2012

Facebook: gioco di specchi




Anche chi tiene un blog è un individuo triste, emotivamente scosso. “Tiene”. Come si diceva del diario che del blog è un po' il nonno, senza che vi sia una generazione in mezzo.

Chi si è fatto un profilo su facebook, se sopra i trent'anni, è oltre la disperazione. E' egli stesso una monade alla deriva, un messaggio in bottiglia dentro un oceano... in un pianeta disabitato.
Non che non esista una forma fittizia di comunicazione: solo apparenza. Nessuno legge realmente, sono lì solo per fare presenza, scrivendo. E' una specie di scrittura allo specchio, con uno specchio anche alle spalle: onanistica.
Il film Matrix e i vari romanzi distopici descrivono questa situazione.
Almeno in questo sono tutti d'accordo: poveri, ricchi, miseri, abbienti, magri e grassi, apocalittici e integrati, nipotini di Marx e del Duce, nani e ballerine...
Tutti lì, su Facebook, a guardarsi il "posteriore" allo specchio.

Confesso: a volte anch'io.



sabato 24 marzo 2012

Decrescita felice

 
Può darsi che tutto dipenda dallo yogurt, o dal fatto che il sig. Gatteschi scrive i suoi articoli alle 2 di notte e che comunque tutto ha a che fare con l'intestino, ma la decrescita felice mi sembra una str[...]ata.

Come si legge nel
Manifesto del Movimento per la Decrescita Felice
Scritto da Sergio Gatteschi
Venerdì 12 Novembre 2004 02:00

Per aderire al movimento è sufficiente - autoprodurre lo yogurt o qualsiasi altro bene primario: la passata di pomodoro, la marmellata, il pane...


Certo, si dirà: si deve pur cominciare da qualcosa...
In verità molti si fanno da soli conserve, marmellate, coltivano un piccolo orto. I “fenomeni” come questo Gatteschi, Beppe Grillo, i signorini di Caterpillar ed altri non lo sanno, forse perché preferiscono lasciare a noi la “gioia” di coltivare e loro si accollano l'onere di pensare.


Ma parliamo di cose serie. Nel manifestare rispetto per il vate della decrescita, il prof. Latouche, che la decrescita fosse nell'aria in molti lo sapevamo ma "loro" ci aggiungono, nel loro stile, la leggerezza dell'aggettivo “felice”.
Ora si trovano nella difficile situazione di spiegare l'infelice formula a chi perde il lavoro, a chi non riesce ad averlo, a chi non ce la fa ad arrivare alla terza settimana. 
I "signorini" di Caterpillar e i loro compari cadranno sempre in piedi, saranno eternamente felici. Vogliono convincere noi a spengere la luce, ad andare a piedi, ad essere felici nel poco. Loro sono sempre in qua e in là, nati e vissuti in vacanza, casa in centro, al mare, al lago...

Sintesi: la decrescita è nei fatti, ma sarà tutt'altro che felice, per quasi tutti.

domenica 18 marzo 2012

Appello ai ribelli maoisti dell' Orissa: TENETEVELI!




Un'altra notizia angosciante: il Governo italiano sta trattando la liberazione dei due italiani prigionieri dei Ribelli maoisti dell'Orissa (India). La notizia ci sgomenta e quindi esortiamo i rapitori: TENETEVELI!!!
I due italiani, tali Colangelo e Bosusco, sono voluti andare chissà per quale nobile finalità: la pace fra i popoli, il riscatto dell'umanità, una semplice vacanza esotica... boh!
Fatto sta che sono andati, ma siamo sicuri che vogliano tornare? Proprio loro, i benefattori, le anime candide, quelli con quel particolare sorriso che solo i buoni hanno. Magari sono contenti così, ora che posso veramente conoscere le culture "altre", come loro le chiamano.
Se poi il Governo italiano dovesse anche sborsare per questi due pirla, io personalmente offro altrettanto perché i maoisti se li tengano.
Dimenticavo, ci metto anche vitto e alloggio.

sabato 17 marzo 2012

Italiani brava gente.

 

Ci sono evenienze, nella vita, per cui devi entrare in un ufficio pubblico.

L'ufficio è aperto al pubblico
Lunedì ore 10-11
Venerdì ore 8,30-9,30

Quasi mai riesci a trovare l'impiegato che stai cercando. “E' in ferie, in malattia, ha preso due ore di permesso, è dal direttore...”. Capita di averlo incontrato, al bar all'angolo, quando hai preso il caffè prima di salire, ma non sapevi chi fosse. Insomma non c'è e devi tornare un'altra volta.
Poi, parlando con un tuo collega, vieni a sapere che anche lui ha fatto la stessa domanda presso quell'ente. E' speranzoso, ti dice, e mima l'atto di estrarre la pratica da sotto la pila e metterla sopra le altre: “l'impiegato è un amico...”.
Tutti gli italiani hanno un “amico”. Può essere un vicino di casa, uno dello stesso partito, un compagno di scuola, un parente alla lontana, un compagno della squadra di calcetto e tanto altro.
Fatto sta che le amicizie vanno “coltivate” e i piaceri si scambiano e si contraccambiano: una maggiore comprensione verso al figlio a scuola, la velocizzazione di una pratica, una multa non elevata, un controllo non eseguito, la precedenza in una visita medica... Un occhio di riguardo: sempre.
La pratica "senza amici" rimane sotto e sotto e sotto, sempre sorvolata dalle altre.
I diritti diventano favori e i favori diventano negazione dei diritti degli altri, di quelli che non hanno “amici”.

Io non ho "amici".

domenica 11 marzo 2012

I TOTEM della Sinistra italiana - Pars prima

ovvero
Idee e modi di fare ormai fissi, presi per buoni da allora e per sempre,
trasmessi con una sorta di passaparola
partendo o passando dall'autorità di sciamani (che pure a sinistra non mancano)
condivisi dal grande popolo:




la vacanza                                “intelligente”
la zuppa di farro                       ognuno la mangia convinto che faccia bene alla propria malattia immaginaria
i prodotti del “territorio”            ma perché il fagiolo italiano deve essere più buono e più sano di un altro?
il “territorio”                              trasposizione contemporanea di “moglie e buoi dei paesi tuoi”
le lenticchie di Castelluccio        made in P.R.C.
il biologico                                fidarsi è bene...
il macrobiotico                          … non fidarsi è meglio
la Costituzione                           non tutta
la Magistratura                          non tutta
i mercatini                                 di prodotti locali o biologici
gli attori di strada                      con trampoli o meno
le donne
gli studenti
gli operai
gli handicappati
i precari
i disoccupati
i cassaintegrati
i salariati
“il partito”
“il sindacato”
la democrazia                            intendono “democraticismo”
il parlamento                              intendono “parlamentarismo”
le assemblee                              intendono “assemblearismo”
lo scrittore di Sinistra                 amico di Fazio
il libro di Sinistra                        scritto dall'amico di Fazio
il film di Sinistra                         diretto dall'amico di Fazio
il presentatore di Sinistra            Fazio

giovedì 8 marzo 2012

Al servizio dei cittadini - Un esempio





  1. Ammettiamo di abitare in una bella zona dell'Appennino, dove sette comuni costituiscono una Unione Montana.
  2. Ammettiamo che una scuola abbia fatto richiesta, tempo addietro, all'allora Comunità Montana, di istallare una certa apparecchiatura e sia stata accontentata.
  3. Ammettiamo che, ultimamente, l' Unione Montana e il Comune dove insiste la scuola abbiano litigato. Non interessa il motivo né attribuire la colpa.
  4. Ammettiamo, infine, che la scuola suddetta abbia bisogno del tecnico per riparare l'apparecchiatura di cui sopra.

Esito finale: L'Unione Montana non manda il tecnico a causa del punto 3.

martedì 6 marzo 2012

Eutanasia di un amore

Senza fine
La nostra e la vostra sfida



"La fine del Manifesto sarebbe la vittoria senza prigionieri di un sistema che considera la libertà di stampa non un diritto costituzionale ma una concessione per un popolo di sudditi.
La fisionomia della nostra testata, il suo carattere di editore puro, il nostro essere una cooperativa di giornalisti e poligrafici, hanno sempre costituito una felice anomalia, un’eresia, la testimonianza in carne e ossa che il mercato non è il monarca assoluto e le sue leggi non sono le nostre.

è altrettanto evidente che le nostre difficoltà sono lo specchio della profonda crisi della politica, l’effetto di quella controrivoluzione che ha coltivato i semi dell’antipolitica, del «sono tutti uguali» fino a una sorta di pulizia etnica delle idee e dell’informazione.”




Mi dispiace. Sinceramente mi dispiace. Ma se un giornale non viene acquistato in un numero di copie tale da sopravvivere, può pretendere di essere mantenuto in vita dallo Stato? La risposta potrebbe essere “sì”, giacché lo ha fatto fino ad ora. Ma anche questo, era giusto?
La libertà di stampa funziona così: chi vuole, stampa; chi vuole, compra. Se nessuno compra, chi stampa cambia mestiere. 
Si può continuare  a stampare un quotidiano che nessuno vuole leggere, solo perché c'è qualcuno che lo vuole scrivere?

domenica 4 marzo 2012

Panem et... Lo "Stato ludico"





Fra i vari compiti dell'ente locale “Comune” è previsto anche quello di promuovere attività culturali, artistiche e sportive. Si può dire, però, che questo più che un obbligo sia una facoltà.
A numerosi comuni italiani questa facoltà è molto piaciuta tanto che da molti anni, comuni grandi e piccoli, si sono dedicati ad organizzare concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, rassegne. Fin qui, quasi, tutto bene.
Un primo problema riguarda quella che abbiamo definito come “facoltà”. Lavorare su progetti che abbiano uno specifico sul territorio interessato è una cosa. Molto diverso è se il comune pensa di doversi occupare dello svago dei concittadini. Qui un liberale si irrigidisce e comincia a percepire qualcosa che non va. Orribile è lo “stato etico”, non migliore lo “stato ludico” quello che ti dice come ti devi divertire, cosa diverte e cosa no.
Il secondo problema è stato, ed è, il criterio per l'ingaggio della compagnia teatrale o del gruppo musicale. L'ente, tramite i suoi funzionari, pagando con i soldi dei contribuenti, ha operato, in molti casi, secondo una modalità poco trasparente o, diciamola tutta, secondo il criterio dell'appartenenza ideologica.
Vi immaginate se l'assessore allo sport suggerisse o imponesse dei giocatori al presidente della locale società di calcio selezionandoli in base all'affinità politica?
Ciò, oltre ad essere il ribaltamento di un criterio meritocratico e democratico, ha creato una perversione del mercato. Sono sopravvissuti non i più bravi, ma i giullari del signore. Sono nati, o sono sopravvissuti, gruppi teatrali, musicali ecc. intrinsecamente di “area”.
Adesso ci troviamo nella situazione per cui ci sono dei professionisti, che sono stati allevati in un certo ambiente e che da esso dipendono, i quali non possono e non sanno fare altro che questo. In un mercato non drogato soccomberebbero. E la massa di denaro che altera il mercato è carinamente offerta dal contribuente.
Se i comuni vogliono conquistare fette di elettorato possono serenamente dedicarsi alle attività essenziali loro attribuite: strade, scuole, igiene pubblica, trasporti, parchi e giardini... non vi basta?

mercoledì 29 febbraio 2012

TAV



Siamo nelle mani della minoranza di una minoranza. Ma rumorosa. Sanno di esserlo, ma vogliono decidere loro. Fascisti, si sarebbe detto un tempo, se tutto non si svolgesse sotto il grande ombrello della Sinistra.
I raccoglitori di margherite, gli incantati sognatori che tengono inchiodato una paese, nel Terzo Millennio, su scelte ideologiche, o chissà cosa. Un po' mormoni, un po' figli dei fiori, un po' sprangatori a fin di bene.
I gelosi custodi della valle usano le altre infrastrutture che si trovano nello strano e scalcinato paese chiamato Italia? Qualsiasi opera realizzata dall'epoca romana ad oggi ha creato modificazioni e cambiamenti, a volte anche sconvolgimenti. Trafori, canali, strade ed autostrade, ponti, perfino le ferrovie.
Ero ancora un ragazzo quando la Sinistra (quella apocalittico-catastrofista-figliofiorista) sbraitava che si doveva sostituire il trasporto su gomma con quello su rotaia. Ora non va più bene nemmeno la rotaia. Il carretto a trazione animale? O forse preferiscono quello a trazione umana ...
Fatta salva la valutazione costi/benefici, sulla quale non mi esprimo, mi sembra si debba riflettere sul metodo. E se la parola democrazia ha ancora un senso e un valore (?) vorremmo poter decidere, malgrado voi.

mercoledì 15 febbraio 2012

Art. 1

La seguente è una proposta di riscrittura dell'Art. 1 della Costituzione italiana alla luce dell'idea liberale. "L'Italia è..." è un pessimo inizio per un liberale: prima non viene l'Italia, prima vengono coloro che decidono di costituire il "contratto". Bando alle ciance, ecco la proposta:

Art. 1      I cittadini costituiscono una repubblica chiamata Italia che garantisce loro la vita, la libertà, la proprietà, l'eguaglianza nella dignità.



lunedì 6 febbraio 2012

Suggerimenti per una riforma liberale della SCUOLA (I parte)





Un Preside, una squadra.

  1. Il D.S. sceglie i docenti in base alle loro caratteristiche e alla loro disponibilità a perseguire un “progetto” di scuola.
  2. Il D.S. alletta i docenti con una quota della retribuzione che egli ha facoltà di attribuire. (Naturalmente il grosso della retribuzione è fissa e non aumenta con l'aumentare dell'anzianità di servizio). Si avvia quindi un meccanismo virtuoso ed incentivante o, se si vuole, meritocratico o funzionale, nel senso che il docente X può essere funzionale in un contesto e non in un altro, proprio per le sue attitudini, per la sua formazione, per le sue aspirazioni. Se invece, ad esempio per lavorare vicino a casa, il docente accetta un profilo più basso, riceverà anche uno stipendio più basso.
  3. I docenti versatili, motivati, dinamici, saranno richiesti da più scuole e avranno la possibilità di scegliere in base al “progetto”, alla retribuzione, ai fattori logistici. Potranno perfino valutare la squadra : “Lavorerò bene con Y? Preferisco W.”
  4. I docenti meno motivati potrebbero trovare difficoltà di collocazione con tre possibilità: a) accettare un incarico a retribuzione base; b) rimboccarsi le maniche e cercare di tornare ad essere una “prima scelta”; c) cominciare a pensare che esistono anche altre professioni e mestieri.

Conosco molte delle eccezioni che si possono fare a tale proposta, ma sono convinto che spesso siano frutto di una estenuata difesa di diritti indifendibili. La mia proposta presenta, invece, i seguenti vantaggi:
  • Dare una scossa al personale docente che tende a mantenere uno stesso “profilo” durante tutta la carriera.
  • Introdurre elementi di dinamicità ora assenti nell'ambiente scuola.
  • Togliere dall'ambiguità la figura del D.S. e i docenti, i quali si trovano a lavorare con una squadra eterogenea messa insieme con criteri estranei ad un buon funzionamento.
  • Fare del docente un “operatore culturale”.
  • Fare del docente un “professionista” che può scegliere “dove, con chi e a cosa” lavorare.
  • Affermare il criterio “a lavoro uguale, retribuzione uguale”, mentre oggi la mia collega prossima alla pensione guadagna 400 € più di me.
  • Portare alle estreme conseguenze il principio di cui al punto F) ovvero “a lavoro diseguale, retribuzione diseguale”.

domenica 5 febbraio 2012

L'orto di Beppe Grillo



Beppe grillo è molto 2.0. Alcune volte è anche Liberal. Gli capita, però, di essere un po' distratto, ad esempio quando, brontolando simpaticamente, sostiene che farsi un orto è un'ottima soluzione per conquistare una fetta di autosufficienza. Come se molti già non lo facessero. Da nord a sud l'Italia è già piena di orti ad uso familiare. Centinaia di migliaia di pensionati, o comunque di ometti di mezza età, piantano, seminano, estirpano e, finalmente, raccolgono dal loro orticello. Esistono, addirittura, molti Comuni che avendone la disponibilità, assegnano, a chi ne faccia richiesta, aree destinate appositamente a tale uso.
Un consiglio per Beppe: meno computer, meno piazze, più agricoltura.

sabato 4 febbraio 2012

Liberal 2.0

2.0 indica la seconda generazione di ciò che ha a che fare con le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (TIC in italiano, ITC in inglese). Il pensiero liberale e l'azione liberale non hanno difficoltà ad immergersi nel mondo nuovo, nel Terzo Millennio, nel 2.0. Il pensiero liberale è quello più adatto a rispondere alle esigenze dell'uomo, in ogni epoca, perché è quello che più si avvicina all'essenza dell'uomo senza infingimenti, prendendo atto che in ognuno c'è molto di buono che va incoraggiato e un po' di male che va regolato.