sabato 14 aprile 2012

Della Tirannide




Mi sono sempre chiesto come, nella nostra società postmoderna, si sarebbe configurata la tirannide. Molti sostengono che la tirannide si nasconde nelle multinazionali, nelle banche , nei tecnocrati di Bruxelles, nell'ex Presidente del Consiglio; altri indicano i Partiti, i Sindacati, la Confindustria e tanto altro ancora, a seconda delle convenienze, degli stereotipi, delle ideologie.
Beati i tempi in cui c'era un tiranno, un cattivo cattivissimo che negava le libertà individuali, che opprimeva e torturava: era almeno onesto e si mostrava come tale. Se avevi coraggio potevi combatterlo, da solo o associato con altri. Andavi incontro alla sua ira: era una lotta fra uomini veri, a volte titanici.
Poi tale figura storica è svanita, si è frantumata, polverizzata. Però l'analisi arrancante, inesatta, raffazzonata di cui ho dato conto contiene una verità: la moltiplicazione del tiranno, non uno ma molti e, per giunta, difficili da trovare e da riconoscere come tali.
La ricerca è andata oltre e la polverizzazione anche, purtroppo. Prima c'era lui, il tiranno, ed “io”, l'eroe, pronto a dare la vita per liberare il popolo.
Oggi con chi te la prendi? I tiranni sono dappertutto: il vicino che si ostina a tenere in giardino i cani che abbaiano mentre tu dormi; l'impiegato fannullone; il piastrellista che lavora ad ore e che qualche ora sta in panciolle; quello che parcheggia in terza fila; l'insegnante ignorante come una capra; l'amico degli amici; quello che salta la fila... 
Non esagero: chiunque non rispetta i miei diritti è il mio TIRANNO.
Mi sento sporco, appiccicoso di tirannide, me la sento addosso e non riesco a liberarmene.

P.S. Non ho niente contro le capre.

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