Mi sono sempre chiesto come, nella nostra società postmoderna, si sarebbe configurata la tirannide. Molti sostengono che la tirannide si nasconde nelle multinazionali, nelle banche , nei tecnocrati di Bruxelles, nell'ex Presidente del Consiglio; altri indicano i Partiti, i Sindacati, la Confindustria e tanto altro ancora, a seconda delle convenienze, degli stereotipi, delle ideologie.
Beati i tempi in cui c'era un tiranno, un cattivo cattivissimo che negava le libertà individuali, che opprimeva e torturava: era almeno onesto e si mostrava come tale. Se avevi coraggio potevi combatterlo, da solo o associato con altri. Andavi incontro alla sua ira: era una lotta fra uomini veri, a volte titanici.
Poi tale figura storica è svanita, si è frantumata, polverizzata. Però l'analisi arrancante, inesatta, raffazzonata di cui ho dato conto contiene una verità: la moltiplicazione del tiranno, non uno ma molti e, per giunta, difficili da trovare e da riconoscere come tali.
La ricerca è andata oltre e la polverizzazione anche, purtroppo. Prima c'era lui, il tiranno, ed “io”, l'eroe, pronto a dare la vita per liberare il popolo.
Oggi con chi te la prendi? I tiranni sono dappertutto: il vicino che si ostina a tenere in giardino i cani che abbaiano mentre tu dormi; l'impiegato fannullone; il piastrellista che lavora ad ore e che qualche ora sta in panciolle; quello che parcheggia in terza fila; l'insegnante ignorante come una capra; l'amico degli amici; quello che salta la fila...
Non esagero: chiunque non rispetta i miei diritti è il mio TIRANNO.
Mi sento sporco, appiccicoso di tirannide, me la sento addosso e non riesco a liberarmene.
P.S. Non ho niente contro le capre.
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